Immagina Istanbul

Immagina Istanbul: immagina di entrare in una città e di incontrare 15 milioni di anime e 200 mila gatti di strada.

Immagina di incontrare mille occhi diversi, scuri, antichi. Donne col velo e donne occidentalissime. Una città a cavallo tra due continenti, tra due stili di vita.

Una città di mare, sporca, colorata, affascinante. E immagina il volo dei gabbiani, presenza costante, e le navi che lasciano il porto. Immagina di camminare in salita, poi in discesa. Immagina i rumori dei mercati e il silenzio delle moschee.

Ascolta il canto del muezzin che chiama alla preghiera cinque volte al giorno. E’ un suono penetrante, che riverbera da un minareto all’altro quando scatta l’ora e tutti cantano in contemporanea.

Ovunque bandiere turche e volti di Ataturk che ti seguono con lo sguardo. Dove andiamo? Io voglio vedere Santa Sofia.

Hagia Sofia, Ayasofya in lingua turca. La Santa Sapienza.

La basilica di Santa Sofia è la discesa nella materia del concetto di maestosità. Non parlerò della sua storia, tanto le notizie sono facilmente reperibili ovunque.

Immaginate colonne ellenistiche dal tempio di Artemide di Efeso, grandi pietre dalle cave di porfido egiziane, marmo verde dalla Tessaglia, pietra nera dalla regione del Bosforo e pietra gialla dalla Siria. Immagina mosaici d’oro bizantini e decorazioni a motivo islamico sulle cupole.

Senti i punti energetici, senti il portale che aleggia sull’Omphalion, l’ombelico del mondo.

L’omphalion (in greco “ombelico “) era il centro dell’Impero Romano d’Oriente.

Si tratta di un cerchio di marmo iscritto nel pavimento, circondato da altri cerchi più piccoli.

Al centro dell’omphalion sedeva l’imperatore durante le sessioni di governo, circondato dai suoi ministri e dignitari.

Lì veniva incoronato l’imperatore Romano d’Oriente.

“È strano, ma Santa Sofia sembra costruita in modo che uno guardi sempre verso il cielo e mai verso l’abisso. Invano tenti di ancorarlo al basso, alle cose terrene, perché quello sale verso l’alto, verso le colonne, gli archi del matroneo, le cupole e le finestre che illuminano scenograficamente, con il chiaroscuro, il nartece. Mi guardo intorno, per vedere se qualcuno ha gli occhi rivolti verso il basso: nessuno”. (Petros Markaris).

Cammina sul ponte per raggiungere la torre di Galata, costruita dai genovesi. Lì vicino Gurdjieff visse vicino al Tekke dell’ordine Sufi dei Mevlevi fondato da Jalal al-Din Muhammad Rumi. Qui Gurdjieff, Ouspensky e Thomas de Hartman testimoniarono la cerimonia dei Dervisci Rotanti, che ancora oggi si svolge, seppure sia ormai un’attrazione turistica.

Immagina Istanbul e i gelatai ambulanti che sono dei veri e propri showmen. Chiederai di avere un gelato, ma sarà impossibile rubarglielo dalle mani mentre fanno i loro giochi di prestigio fingendo di passartelo.

Immagina il freddo e uno scroscio di pioggia di dicembre, il desiderio di una tazza fumante di tè turco e poi di una zuppa calda presa per poche lire turche. E poi il palazzo Topkapi, la Basilica Cisterna che non puoi visitare, perché non hai portato con te abbastanza denaro.

Immagina di salire su un traghetto che ti porta da una parte all’altra del Bosforo, e il vento sul ponte è forte, ma per un attimo hai toccato le sponde dell’Asia.

E il tramonto con gli artisti di strada, le luci del giorno che scompaiono dietro l’acqua e i camerieri dai ristoranti che ti invitano a sederti per la cena.

Immagina Istanbul e immagina che hai solo tre giorni per visitare una delle città più affascinanti del mondo, ma sai che vorresti tornarci ancora e ancora e ancora.

Ti lascio qui uno dei miei video preferiti su Istanbul e sulla Turchia: ti innamorerai.

Se vuoi leggere di più su come ho viaggiato senza spendere, dai un’occhiata a questo articolo. Buon viaggio!

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