Fermi come una torre nella tempesta: cosa significa?
Facciamo insieme un viaggio attraverso il significato archetipico della torre. Cosa dice di noi?
“Che t’importa ciò che bisbigliano costoro?
lascia pure che si parli di te e seguimi;
sta fermo come la torre,
la cui cima non crolla
per quanto battuta dai venti;
l’uomo il quale passa continuamente da un pensiero all’altro,
ritarda il conseguimento del fine propostosi,
perché la forza del pensiero sopravveniente indebolisce il precedente.“
PURGATORIO, canto V
Qualche anno fa, durante la mia esplorazione dell’Inghilterra, colsi al volo un’occasione.
Come avevo già raccontato in questo articolo, ho avuto l’opportunità di viaggiare spendendo poco o nulla e per questo ti consiglio di dare un’occhiata cliccando sul link.
In uno di questi miei viaggi, mi raccontarono di un posto magico, poco lontano dalla Foresta di Dean, dove mi trovavo in quei giorni. Si tratta nella città di Glastonbury, nella contea di Somerset, famosa per il festival musicale che si tiene ogni anno e che riunisce migliaia di persone.
Per gli appassionati del ciclo delle storie arturiane, invece, si tratta di un posto mistico e unico nel suo genere. Si dice che la Glastonbury Tor non sia altro che la leggendaria terra di Avalon, dove riposano Re Artù e Ginevra e forse anche il Sacro Graal.
Da qualche tempo stavo considerando cosa significasse rimanere saldi nelle tempeste.
Tempeste interiori, tempeste della vita, e tempeste, banalmente, meteorologiche.
Mi veniva alla mente l’immagine di una torre e mi sentivo così, una torre nella tempesta.
Le pagine del mio diario di quel periodo sono piene di appunti riguardo a questa sensazione, a questa ricerca di un qualcosa di saldo e solido che fosse destinato a resistere.
Quando mi proposero di visitare Glastonbury Tor dissi immediatamente di sì. Era chiaramente un invito giunto non a caso, qualcosa aveva intercettato cosa mi stava passando dentro. Avevo bisogno di fare un’esperienza diretta di cosa significasse essere in una torre, essere una torre. Vedere le cose dall’alto, in un posto sicuro e inespugnabile.
Fermi come una torre: simboli e archetipi
La torre è uno degli elementi che incarnano l’idea di verticalità. Connette cielo e terra, alto e basso.
Ci ricorda che senza umiltà non ci sono evoluzione, avanzamento e ascesa. Ricordate la Torre di Babele, la storia che ci raccontano la Genesi e il poema sumerico “Enmerkar e il signore di Aratta”? Dio punì i superbi che speravano di arrivare fino a lui e di sostituirvisi, costruendo un edificio così alto da sfidare la Sua magnificenza.
Ecco che però interviene un fulmine nell’Arcano sedicesimo dei Tarocchi, chiamato La Torre o La Casa Dio o Le Feu du Ciel.
Una punizione divina, o un avvenimento improvviso, qualcosa che ci piove dal cielo che mina il nostro equilibrio e ci sconvolge.
La torre perde la parte superiore che si sgretola, i suoi abitanti cadono giù, ma cosa resta? Le fondamenta.
Le fondamenta della nostra torre interiore, il nostro corpo e le nostre sensazioni sono il nostro elemento di ancoraggio alla realtà che ci fa rimanere fermi come una torre.
Un suggerimento pratico
Salvatore Brizzi nel suo blog scrive:
“Concentrare l’attenzione sulle sensazioni interne della macchina anziché sulle manifestazioni del mondo esterno come fa l’uomo ordinario. Ciò implica saper sopportare una certa dose di dolore emotivo che inevitabilmente scaturisce ogni volta che si verifica un processo di trasmutazione di qualcosa di più basso in qualcosa di più alto.
D’altronde non si ottiene cottura alchemica se non grazie al Fuoco, e il Fuoco… si sa… brucia.
Tenere alto il regime del Fuoco è la parola d’ordine del discepolo che vuole procedere sulla via.”
Ecco spiegato come restare saldi nella tempesta: costruisci la tua torre interna concentrando la tua attenzione all’interno di te stesso e non su ciò che accade fuori.
Solo così nessun vento potrà spazzarti via!
I crediti dell’immagine vanno all’autore David Sims