Ciò che splende e ciò che luccica sono due cose ben diverse.
Le cose iniziano perché ciò che splende ci attrae. Vediamo la bellezza e ne siamo folgorati. Sentiamo un’ irresistibile energia che ci porta verso le cose e le persone che splendono. Sarà un istinto atavico del nostro essere creature dipendenti dal Sole.
Chi incarna lo Splendore ha un magnetismo particolare e irresistibile.
Sono quelle persone che ti volti a guardare per strada. A volte ti lasciano una bella sensazione addosso. Vorresti avvicinarti e conoscerle. O anche solo stare in loro presenza. Quelle persone che appaiono d’improvviso una sera.
Senti che faresti di tutto per stare con loro, per avere un posto nella loro vita e loro nella tua. Molte relazioni nascono così e no, non sto parlando della cosiddetta “chimica”.
Sto parlando di un’energia più sottile e magnetica, che si genera per vari motivi e viene sprigionata da chi splende. Se dovessi usare un’immagine per descriverla, sarebbe l’arcano diciannove dei Tarocchi, il Sole.
Può essere una solida presenza interiore o un magnetismo innato. Può essere una bellezza estetica particolare, che non rispecchia i canoni tradizionali. Il modo di sorridere o lo sguardo vivo.
Lo Splendore va coltivato. Capitano quei periodi in cui la nostra energia si offusca.
Può essere a causa dello stress, di uno scompenso nei centri, di un forte dolore emotivo.
Poi, via via nel cammino, ciò che luccica, ci distrae.
Ed ecco che vediamo le persone attorno a noi perdere l’interesse nei nostri confronti.
Cominciano a guardarsi intorno, spesso in maniera inconsapevole. Per cercare lo stesso splendore a cui sono stati abituati. Ed ecco qui che entra in scena ciò che luccica.
Ciò che splende e ciò che luccica: la differenza
Le cose o le persone che luccicano sono molto diverse da chi splende.
Chi splende, splende di per sè. Chi luccica, lo fa di luce riflessa. Ha un’energia più grossolana, più di superficie.
Ciò che luccica è come il canto delle sirene di Ulisse. Per usare ancora un’immagine, è la diciottesima carta dei Tarocchi, la Luna.
Ti chiama e il richiamo è troppo forte per riuscire a resistere, soprattutto quando senti il vuoto di ciò che splendeva e ora ha perso di tono.
Ciò che luccica e sbrilluccica è più facile, è più gestibile. E’ l’illusione della vita facile, della vita mondana, delle feste e delle relazioni senza impegno.
Ci fa sentire che tutto va bene e che siamo più fighi, si attacca ai nostri punti deboli e li eleva facendoci credere che la vita possa essere sempre così. Sempre una festa continua.
Luccicano gli specchietti per le allodole, e gli allocchi ci cascano. Attirati da una vita sempre a mille, sempre positiva, senza problemi, senza pensieri.
Ma ciò che splende, a differenza di ciò che luccica, sa. Sa che l’energia è solo offuscata ma è sempre rimasta lì. Sa che la vita è dura a volte, ma conosce la strada e impara lezioni nuove ogni giorno. Come quelle di cui abbiamo parlato qui.
Ciò che splende continua a splendere di per sé.
Ciò che luccica, presto o tardi, ci stancherà. A meno che non saremo ormai talmente in suo possesso da essere ciechi alla Verità della Vita.
A noi sta la responsabilità di distinguere e tenerci stretti a ciò che splende, anche nelle difficoltà.