Scrivere zen: la scrittura come pratica

Scrivere zen

Scrivere zen: la scrittura come pratica quotidiana di esercizio e meditazione.

Lo scorso autunno mi ero messa in testa di scrivere un libro. Anni e anni di diari e taccuini erano in bella mostra nella mia libreria.

Ho annotato esperienze, viaggi, riflessioni, accadimenti e malumori della mia vita.

Il materiale era davvero tanto, gli spunti per un libro erano diversi.

Parlare di storie d’amore? Di riflessioni consapevoli? Di esperienze di viaggio consapevoli?

Alla fine avevo optato per questo ultimo argomento.

Amo scrivere più o meno da quando facevo le elementari, ma non mi sono mai sentita all’altezza.

Ho fatto un lavoro su di me per mettere da parte le credenze svalutanti nei miei confronti.

E ho cominciato a buttare giù qualcosa. Semplicemente seguendo il flusso dei ricordi.

Così un giorno mi sono imbattuta in questo libro e ho deciso di regalarmelo: “Scrivere zen”, di Natalie Goldberg.

Natalie Goldberg è un’autrice americana e studiosa di zen come allieva di Dainin Katagiri Roshi.

Dalla sua esperienza, che unisce scrittura creativa a meditazione, è nato: “Scrivere zen. Manuale di scrittura creativa”, Roma 1987, Astrolabio-Ubaldini Editore.

In sintesi, la tesi che Natalie porta avanti è che la scrittura va allenata.

Così come la meditazione o la pratica zen, bisogna praticare ogni giorno.

Ci fornisce anche dei piccoli esercizi da fare e qualche trucchetto per superare i classici blocchi dello scrittore.

Il tono che usa nel libro è spiritoso, incoraggiante, quasi confidenziale. Una lettura piacevole che mi ha guidato per qualche settimana.

Ricordo che alternavo minuti di lettura a minuti di scrittura. Il processo è stato molto ricco.

Scrivere zen: uno stralcio

Noi scriviamo nell’attimo presente. […] io e le mie poesie non siamo la stessa cosa, anche se parlo in prima persona. Erano i miei pensieri, la mia mano, la situazione e le emozioni del momento in cui scrivevo. Osserviamoci. Noi cambiamo in continuazione. È una grandissima opportunità. In qualsiasi momento possiamo abbandonare la nostra personalità irrigidita, le nostre vecchie idee e ricominciare da capo. Ecco cosa vuol dire scrivere. […] Quelle parole rappresentano un momento importante che ci ha attraversati. Eravamo desti, e scrivendone siamo riusciti a catturarlo.” 

Com’è andata a finire con il mio libro?

Un giorno ho dimenticato di salvare il mio file. Il pc si è spento. Ho potuto recuperare solo alcune parti di ciò che avevo scritto. Altri pezzi li avevo scritti sul mio taccuino.

E’ stata davvero una brutta sensazione. Quasi tutto il mio lavoro era andato perduto.

Poi qualcosa è cambiato, ho deciso di cambiare modalità. Di darmi un obbiettivo meno irraggiungibile, che mi permettesse di scrivere e di avere una piccola soddisfazione immediata.

Così ho aperto questo blog, che si trasformerà in altro, ancora una volta.

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