Smetti di autodefinirti!
“Sono una persona sincera”, “sono educato”, “sono esperto in questo”, “sono proprio stupida”.
Questi sono solo alcuni esempi di definizioni che diamo a noi stessi.
Quando pronunciamo queste parole, stiamo dando una sentenza.
Ci plasmiamo su quello che stiamo dicendo.
Lo facciamo più volte nell’arco della stessa giornata e più volte nell’arco della vita.
Spesso queste definizioni diventano granitiche e non si cambiano più.
Abbiamo parlato anche qui della possibilità di cambiare.
Usiamo le definizioni per definire il nostro carattere e, per estensione, noi stessi.
Diventano quegli aggettivi che usiamo per descriverci agli altri.
Quasi come se fossero una verità assoluta.
Ma chi è a definire chi? Una parte di noi? Gli altri?
Spesso non facciamo neppure caso a chi è a definire chi.
Se poi è qualcuno all’esterno a definire qualcun altro, lo chiamiamo “descrivere”.
Smetti di autodefinirti e di definire gli altri
Il lavoro con gli altri è altrettanto importante del lavoro su se stessi.
Quindi presta attenzione a come definisci gli altri. Sei sicuro che quella persona sia totalmente così? O stai solo definendo una parte di lei? La parte di te che vedi in lei.
Pronunciare una definizione degli altri, specialmente in presenza di qualcuno, è una responsabilità
Infatti stai dipingendo nell’aria qualcosa che non è presente lì fisicamente, ma a cui stai dando forma.
La prossima volta che definisci qualcuno, fai così:
- chiediti se stai usando parole gentili
- rifletti su che responsabilità hai a far circolare una definizione di quella persona
- chiediti se diresti la stessa cosa di te
- osservati nel processo
Autodefinendoti ti togli la libertà di poter essere anche qualcos’altro.
Datti il permesso di scoprirti.