“Non parlare mai di te senza…”

Non parlare mai di te senza...

“Non parlare mai di te senza concederti la possibilità di cambiare.” Così diceva Georges Ivanovitch Gurdjieff, scrittore, filosofo e mistico della Quarta Via.

“Io mi conosco benissimo, so perfettamente chi sono”. Così gli risponderemmo oggi, probabilmente.

L’abbiamo detto tante volte, eppure arriva quella situazione in cui scopriamo un lato di noi che non sapevamo di avere.
Ci scopriamo coraggiosi, o impauriti, o sfacciati. A volte ci stupiamo di noi stessi e di cosa siamo diventati.

Dunque, non è vero che ci conosciamo poi così bene. Siamo in continua evoluzione e scoperta di noi stessi. Non parlare mai di te senza considerare che parti di te emergono continuamente. Noi non ce ne accorgiamo, perché siamo distratti.

L’uomo pensa di essere uno, ma è frammentato all’interno.

Non parlare mai di te senza concederti la possibilità di riconoscere che quella parte di te che ora comanda, tra poco potrebbe non esserci più. E potrebbe sopraggiungerne un’altra.

Prova ad osservarti durante la giornata. Individua tutte le volte in cui ti sembra che una parte di te esca di scena. E tutte le volte in cui c’è un’altra parte a prendere delle decisioni.

Se non riesci ad auto osservarti per tutta la giornata, lo capisco. Non è un lavoro facile.

E’ sufficiente anche qualche minuto, per iniziare.

E poi potrai estendere la durata dell’esercizio sempre di più.

Prova a fare così:

  • scegli un momento della giornata, per esempio al mattino
  • individua una cosa che vorresti fare entro la sera
  • osserva dentro di te il processo che ti porta a cambiare idea rispetto a quello che dovevi fare

E tu, ti dai il permesso di cambiare? Ti leggo.

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1 commento

  1. Io, per molto tempo, mi sono imposta di cambiare. Proprio perché vedevo le mie incongruenze, le mie contraddizioni, e, anche se non lo ammettevo esplicitamente, inconsciamente consideravo questo stato di cose “sbagliato”. Infatti, dire che siamo frammentati nella nostra identità è affermare un fatto, che, nella prospettiva del Lavoro su di sé, implica che esista uno stato dell’essere non frammentario, cui si aspira a giungere. Tuttavia, con la pratica, si arriva a constatare e in seguito a comprendere che chi fa quell’affermazione è parte di quel fatto e non può, in alcun modo, risolverlo… Un giorno, esausta dei miei sforzi, mi sono detta “Basta! Non voglio essere quello che non sono”, e da lì ho iniziato a rilassarmi nei confronti di me stessa… Più che permettersi di cambiare, a mio modo di vedere si tratta di smettere di interferire. Anche l’osservazione di sé, quando subentra l’identificazione (“io sono una persona che lavora su di sé”), diventa un’interferenza allo stare con se stessi semplicemente, pacificamente… senza più sforzo.

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